Il 23 gennaio 2019 è stata posata la pietra d’inciampo (Stolperstein) per Jacopo Dentici in Via Don Minzoni 63, davanti alla sezione classica “Severino Grattoni” del Liceo Galilei. Questi blocchetti di pietra, ricoperti di ottone, e con incisi nome e cognome, data di nascita, di deportazione e di morte, sono di solito collocati davanti alle abitazioni delle vittime dei campi di sterminio nazista o, come in questo caso, nei pressi di luoghi per loro significativi. Sarà una delle decine di migliaia di tessere di un mosaico che, in più di venti paesi europei, aiutano a preservare la memoria della deportazione e invitano a non lasciar cadere nell’oblio le vite delle persone che sono vissute in questi luoghi e hanno ancora qualcosa da insegnarci. |
|
|
|
|
|
Dopo la posa della pietra d’inciampo in Aula Magna:saluti della Dirigente scolastica dott.ssa Daniela Lazzaroni e del prof. Lucio Andreani, nipote di Jacopo Dentici,proiezione del video Jacopo: una scelta di libertà, realizzato da un gruppo di studenti, interventi del prof. Pierangelo Lombardi (ISTORECO/Università di Pavia) e del dott. Antonio Sacchi Direttore dell’Associazione di promozione sociale Il Tempo della Storia. |
|
|
|
|
“Avere memoria, però, badate bene, non significa soltanto leggere o ascoltare una testimonianza. Né, tanto meno, partecipare a momenti celebrativi che troppo spesso rischiano di trasformarsi in un vero e proprio “marketing memoriale” dal consumo veloce e rassicurante.
Avere, coltivare memoria, al contrario, significa rielaborare dentro di noi quel messaggio che ci viene trasmesso. Significa assumerlo nei nostri codici culturali e di valori. Vuol dire, in una parola, acquisire consapevolezza del passato che ci viene trasmesso da quel messaggio per agire nel presente. Vuol dire confrontarsi con le domande e gli strumenti che noi abbiamo per conservare questo passato, per indagarlo, per comprenderlo e per rappresentarlo.” (P. Lombardi) |
“Jacopo Dentici studia e combatte – pensiero e azione – per un ideale di democrazia in cui società e cultura tornino a riaggregarsi, per affermare una condizione umana nuova e riabilitata dopo la lunga notte del fascismo.
L’ardore della lotta, il rigore politico, in cui gli è maestro Ferruccio Parri, non segnano tuttavia un distacco dall’intimità degli affetti e dagli slanci romantici. […]
Un’esistenza breve, ma intensa. Un ragionare nitido, una consapevole premonizione raffigurata in quelle ali del Nord “che versano veleno sugli appassiti volti di chi spera”. Un destino tragico? Certo: ma un destino autentico. “
(A. Sacchi) |
|
Visita alla mostra documentaria allestita in BibliotecaTAVOLO 1Teca 1: documenti del periodo della scuola: pagelle, lettere e attestati Opera Nazionale Balilla e GIL; prove scritte dell’esame di maturità (1943, alla fine della seconda liceo); sullo stesso tavolo i registri dei voti degli anni del ginnasio-liceo e il registro delle circolari dell’epocaTAVOLO 2Teca 2: quaderni di appunti degli anni dell’Università; lettere dal carcere; verbale interrogatorio in carcere a Milano (1944) e documenti di Mauthausen (1945)Teca 3: urne con la terra e le ceneri di Mauthausen riportate dalla madre nel 1948; Opere (traduzione del Ciclope di Euripide; poesie, alcune manoscritte); fotografie; ricordi (B.Ceva, V.E.Alfieri, F.Parri); diploma di laurea h.c. |
|